lunedì 21 settembre 2015

Azienda Sanitaria Locale natura ente pubblico economico - Corte di Cassazione, Sez. III Civ., sentenza n. 11088/14

Concludiamo con la sentenza della Suprema Corte.









Azienda Sanitaria Locale natura ente pubblico economico - Tribunale di Roma, Sez. VIII, sentenza n. 22878/14

Proseguiamo con la pubblicazione della sentenza del tribunale di Roma.




Azienda Sanitaria Locale natura ente pubblico economico - Corte Costituzionale ordinanza n. 49/2013

Visto la grande visibilità del precedente post dello scorso novembre sull'argomento in oggetto, si è pensato di riportare integralmente la giurisprudenza ivi richiamata, iniziando con l'ordinanza della Corte Costituzionale.

CORTE COSTITUZIONALE ORDINANZA N. 49/2013












Diritti della persona, riproduzione foto su internet.

Con la Sentenza n. 15763/15 la Suprema Corte di Cassazione, chiamata ad occuparsi della vicenda della riproduzione su un sito internet dell'immagine di una ballerina durante uno spettacolo di inaugurazione di un locale aperto al pubblico, ha precisato nuovamente quali debbano essere le condizioni necessarie per evitare la violazione del diritto all'immagine tutelato dalla L. n. 633/1941.
La Cassazione ha ribadito l'importante principio in base al quale per la pubblicazione di foto e per la loro immissione sul circuito del web è sempre necessario acquisire l'espresso consenso della persona interessata, stabilendo che, anche ove si possa dallo stesso prescindere allorquando l'evento di riferimento si svolga in pubblico, rimane comunque indispensabile che sia rilasciato qualora le scene riprodotte siano idonee a comportare la lesione dell'onore, della reputazione e del decoro del soggetto ripreso. In sintesi, è stato confermato che l'esposizione o la pubblicazione dell'immagine altrui, a norma dell'art. 10 c.c.. e degli artt. 96 e 97 L. n. 633/1941, è abusiva non soltanto quando avvenga senza il consenso della persona o senza il concorso delle altre circostanze espressamente previste dalla legge come idonee a escludere la tutela del diritto alla riservatezza, come la notorietà del soggetto ripreso, l'ufficio pubblico dallo stesso ricoperto, la necessità di perseguire finalità di giustizia o di polizia, oppure scopi scientifici, didattici o culturali, o il collegamento della riproduzione a fatti, avvenimenti, cerimonie d'interesse pubblico o svoltisi in pubblico, ma anche quando, pur ricorrendo quel consenso o quelle circostanze, l'esposizione o la pubblicazione sia tale da arrecare pregiudizio all'onore, alla reputazione o al decoro della persona medesima. Il generale divieto di divulgazione del ritratto di una persona, senza il suo consenso, può, tuttavia, essere derogato solo quando la notorietà della persona spieghi o giustifichi un effettivo pubblico interesse ad una maggiore conoscenza della stessa e ad una più completa informazione, sempre che non ne derivi pregiudizio all'onore, alla reputazione o al decoro di questa. 
Cass. Civ., Sez. III, n. 15763/2015


venerdì 11 settembre 2015

Stalking

La cassazione ha affermato che  le condotte diffamatorie, non accompagnate da uno stato di ansia o paura nelle persone offese, non sono idonee ad integrare il delitto di stalking,  non potendo lo stesso peraltro desumersi da massime di comune esperienza.
La condotta persecutoria è composta da più eventi, la cui conseguenza è l'alterazione della condizioni di vita della persona offesa che si protrae per un apprezzabile lasso di tempo, impedendo a questa l'ordinaria gestione della vita quotidiana.
Stalking è una parola di origine inglese che significa, letteralmente "fare la posta". Penalmente qualifica comportamenti reiterati nel tempo, consistenti in minacce, molestie ed atti lesivi, che cagionano alla persona offesa un disagio psichico e fisico e un ragionevole senso di timore.
Cass. Pen., Sez. V, 26/08/2015, n. 35765